Ultima, la riservatezza, il lathe biosas epicureo, che non deve intendersi un isolamento egoistico bensì una scelta consapevole per proteggersi da ciò che è superfluo e dal clamore.
Non nego che osare abbia una sua attrattiva potente.
Chi osa rompe gli schemi, affronta l’ignoto, talvolta conquista traguardi impensabili.
L’audacia può portare all’eccellenza, alla scoperta, al cambiamento.
Tuttavia, questa spinta verso l’esterno, se ecces ha un prezzo. L’osare continuo può arrecare instabilità, solitudine, conflitto.
Nel nostro vivere ipercompetitivo, l’ideologia del rischio è spesso strumentalizzata: ci si espone non per convinzione, ma per apparire, ottenere visibilità, conformarsi a un ideale imposto.
In questo senso, l’osare può smettere di essere scelta libera e diventare una forma sottile di alienazione.
Non solo ma la spregiudicatezza dell’osare ha portato ad una società bullizzante e bullizzata e oggi più che mai ne conosciamo tristemente gli esiti.
Articolo di Larolla